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Residenziale post covid: non tutto è cambiato. Il sondaggio di Avalon sul futuro del residenziale dopo l’emergenza

By 6 Maggio 2020No Comments

Nel corso delle scorse settimane, in molti fra gli esperti del settore hanno espresso il loro punto di vista sulle conseguenze dell’emergenza sul settore residenziale. Dall’impatto dello smart working alle dimensioni medie delle case, fino all’importanza delle aree esterne, le numerose opinioni vertevano tutte sullo stesso concetto: l’emergenza covid cambierà il nostro modo di abitare.

In Avalon questo argomento è stato oggetto di forte interesse. Ci siamo chiesti se e in che modo fosse possibile dimostrare con dati tangibili l’accuratezza delle previsioni degli esperti.

A questo scopo abbiamo predisposto un questionario che provasse a fornire dati e previsioni sull’eredità che questi mesi lasceranno al settore immobiliare. Il sondaggio, condiviso con amici e conoscenti attraverso i social, ha visto la partecipazione di oltre 800 persone, permettendoci di fare le prime considerazioni sull’evoluzione delle abitazioni nei prossimi anni.

Il sondaggio non ha la pretesa di avere potere predittivo, ma si configura piuttosto come un primo passo verso una riflessione sui bisogni di una popolazione che si è trovata a vivere la propria abitazione come mai aveva fatto prima. Speriamo che presto seguano studi simili. Saremo felici di confrontare le nostre evidenze con quelle degli altri, poiché i nostri risultati sono sorprendenti rispetto a quanto letto e ascoltato in questi mesi.

I dati non lasciano grande spazio ai dubbi. Contrariamente a quanto previsto, il campione analizzato è ampiamente soddisfatto della propria abitazione e il virus non sta lasciando evidenti tracce di nuovi bisogni.

Le esigenze residenziali non sono cambiate, le zone in cui si abita attualmente sono quelle “corrette” e la propensione all’acquisto di una diversa abitazione non è aumentata.
Ciò nonostante, alcune informazioni sono ampiamente in linea con quanto previsto dagli esperti. Gli spazi all’aperto sono stati di gran lunga quelli più apprezzati e lo smart working è un nuovo stile di vita destinato a durare nel tempo. Eppure l’esigenza di una stanza adibita ad ufficio è stata sentita da meno di una persona su due del campione analizzato.

È possibile visualizzare la versione integrale dell’analisi dei risultati cliccando Residenziale post covid, non tutto è cambiato. Lo studio è stato pubblicato anche sul Quotidiano Immobiliare: Qi. Residenziale post covid, non tutto è cambiato.

I dati fanno pensare che il divario fra lo story-telling di queste settimane e le reali esigenze degli utilizzatori finali sia molto più ampio del previsto e che l’entusiasmo con cui molti analisti hanno sposato il “new deal” residenziale post-covid debba essere ponderato con molta attenzione.